Si sono appena concluse le paralimpiadi di Parigi 2024 e al di là dei risultati sportivi ottenuti dai nostri atleti e dalla nostra nazionale, vorrei proporre una riflessione su una delle risorse psicologiche più importanti e più potenti per preservare la salute psicologica: la resilienza. La resilienza è la capacità di un individuo di affrontare e superare situazioni avverse, traumi o stress, mantenendo un buon adattamento psicologico. Non significa essere invincibili o non provare dolore, ma piuttosto la capacità di riorganizzare la propria vita e trovare nuovi significati dopo un evento difficile. Perché la resilienza è importante? Gli sportivi in generale e gli atleti paralimpici in particolare ne sono una testimonianza vivente. Molti di loro nel fare i conti con la perdita di funzioni e abilità precedentemente acquisite o mai avute hanno spesso attraversato la disperazione, la tristezza e talvolta fatto i conti con una rabbia impotente. Innumerevoli volte hanno pensato di non farcela, spesso si sono chiesti se mai sarebbero più riusciti a gioire per qualcosa o essere felici per se stessi. Hanno imparato a fare i conti con il pregiudizio e con lo sguardo “spietato” della commiserazione altrui. Hanno affrontato la depressione e spesso si sono scontrati, non senza sensi di colpa, con l’impotenza di chi avrebbe voluto sollevargli il morale…poi, un giorno, quasi inspiegabilmente, cambia qualcosa. Ad un certo punto della loro vita, semplicemente, provano davvero a ricominciare, iniziano a valutare su quali risorse possono contare e rialzano la testa. Imparano a ritrovare determinazione, motivazione e tenacia. Imparano ad essere resilienti. Detta così sembra facile e soprattuto sembra che dipenda dalla sola “forza di volontà” ma noi psicologi sappiamo bene che il processo è molto più complesso e non si limita alla sola motivazione individuale, sebbene questa sia una condizione necessaria. Dietro ogni risultato sportivo c’è un lavoro interiore e motivazionale che non riguarda solo il singolo individuo ma l’intera rete di supporto che gli sta attorno. Allenatore, preparatore atletico, mental coach e psicologo sono alcuni dei professionisti che insieme all’atleta creano le premesse per potenziare la propria motivazione e lavorare sulla resilienza. Solo allora la resilienza diventa una competenza e può essere espressa in modo strategico. L’atleta impara ad esprimere il meglio le sue diverse abilità, “diverse” perché fuori dal comune, straordinarie. Rigivan Ganeshamoorthy oro nel lancio del disco è riuscito a migliorare per tre volte di fila il record del mondo con una naturalezza che la fa sembrare cosa facile; ancora una volta Bebe Vio ha salutato Parigi 2024 da plurimedagliata; impressionanti gli ori paralimpici nel nuoto da parte dei nostri atleti Stefano Raimondi, Alberto Amodeo e Giulia Terzi. Straordinari i risultati nell’atletica: Martina Caironi ha vinto l'oro nei 100 metri T63 anche se la finale è stata segnata dalla caduta delle altre due azzurre candidate alla vittoria, Ambra Sabatini e Monica Contrafatto, a cui però è stato poi assegnato il bronzo dai giudici. Il sostegno psicologico per sviluppare la resilienza: un percorso verso il benessere Questi sono solo alcuni degli esempi sportivi più eclatanti da cui ciascuno di noi può imparare ad attingere, cercare la propria ispirazione e trovare il coraggio di affrontare le sfide più difficili perché, come questi atleti ci insegnano, nulla è impossibile. La resilienza non è un dono innato, ma una competenza che può essere sviluppata e rafforzata. Un professionista della salute mentale può offrire strumenti e strategie personalizzate per: Sviluppare la resilienza è un percorso che richiede tempo e impegno, ma i benefici sono inestimabili. Il sostegno psicologico può essere un punto di svolta, fornendoti gli strumenti necessari per affrontare le sfide della vita con maggiore forza e determinazione.