Dott. Roberto Genovese - Psicologo e Psicoterapeuta | Iscritto all'Albo Nazionale Psicologi | Sez. A O.P.R.S. n° 5892 |

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La voce di Giulia Cecchetin: 15 motivi per dire basta.

2024-11-29 23:03

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La voce di Giulia Cecchetin: 15 motivi per dire basta.

Una riflessione delle dinamiche relazionali tossiche e dei segnali che spesso precedono attivi di violenza. Il caso di Giulia Cecchetin.


Il 25 novembre si è celebrata la Giornata Internazionale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne. Nel giorno della richiesta di ergastolo per Filippo Turetta, le memorie di Giulia Cecchetin mettono in evidenza le sottili strategie quotidiane di controllo ossessivo e di manipolazione che l'ex-fidanzato esercitava su di lei.


Giulia aveva riconosciuto, nei comportamenti di Filippo, i segni di una relazione profondamente disturbata. Senza voler entrare nel merito di valutazioni forensi e criminologiche della vicenda, le parole di Giulia rappresentano l'occasione per riflettere sui comportamenti che, in una relazione, non possono e non devono essere tollerati.


Dal diario di Giulia Cecchetin, i 15 motivi per dire basta:


  1. "Abbiamo litigato per il fatto che non lo avessi fatto venire al compleanno della Elena (la sorella di Giulia)”.
  2. “Ha sostenuto più volte fosse mio dovere aiutarlo a studiare”.
  3. "Si lamentava quando mettevo meno cuori del solito”.
  4. "Necessitava di messaggi molte volte al giorno”.
  5. "Ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura, robe così".
  6. "Quando lui ha voglia tu non puoi non averne se no diventa insistente”.
  7. "Non accetta le mie uscite con la Bea e la Kiki”.
  8. "Non accetterebbe mai una vacanza mia in solitaria con maschi nel gruppo.
  9. "Tendenzialmente i tuoi spazi non esistono”.
  10. "Lui deve sapere tutto, anche quello che dici di lui alle tue amiche e allo psicologo”.
  11. "Durante le litigate dice cattiverie pesanti e quando l’ho lasciato mi ha minacciato solo per farmi cambiare idea…”.
  12. "C’è stato un periodo in cui dopo esserci detti ‘Buonanotte' mi mandava sticker finché non vedeva che non ricevevo più messaggi per controllare che fossi davvero andata a dormire”.
  13. "Tutto quello che gli dici per lui è una promessa e prova a vincolarti così”.
  14. "Prendeva come un affronto il fatto che volessi tornare a casa prendendo l’autobus alla fermata più vicina e non in stazione”.
  15. "Una volta si è arrabbiato perché scesa dall’autobus volevo fare 5 minuti a piedi da sola mentre lui era da un’altra parte senza aspettarlo".

Questi comportamenti delineano un atteggiamento patologico di controllo e ossessione sostenuto dalla gelosia e dal desiderio di sopraffazione e rivendicazione nei confronti di Giulia.


Non necessariamente tutti i comportamenti si sono subito manifestati in modo eclatante. Posso ipotizzare che in una fase iniziale della relazione, quando prevaleva l’infatuazione, alcuni di questi comportamenti erano meno marcati, e potevano essere erroneamente scambiati per dimostrazioni di affetto e interesse.


Generalmente, durante il periodo adolescenziale o la prima età adulta, alcune esperienze sentimentali possono caratterizzarsi per sentimenti di gelosia. Il controllo è spesso ritenuto una  strategie "adatta” a mantenere una relazione; in questa fase di vita, infatti, potrebbe ancora non essersi sufficientemente sviluppata la competenza dell’intimità. Personalità immature o soggetti con limitata fiducia nelle proprie capacità o con un’autostima non ancora sufficientemente sviluppata, cercano nell’altro la conferma del proprio valore. Quotidianamente richiedono di ricevere prove e dimostrazioni continue dell’essere amati ma, in realtà, il loro senso di insicurezza, così profondo, è insaziabile.


La natura di questi legami è destinata al fallimento e le prime delusioni sono l’occasione per riflettere su sé stessi e sul proprio modo di stare con gli altri, soprattutto nell’intimità. L’importanza di riconoscere, nei comportamenti sopra descritti, i segni inequivocabili di un rapporto disfunzionale è fondamentale per ricalibrare le proprie pretese e le proprie aspettative e costruire relazioni più mature.


In altri casi, tuttavia, la persona non riesce maturare sul piano affettivo e il bisogno di sentirsi amato in modo incondizionato e totalizzante non risulta mai essere soddisfatto. Il suo


vuoto

è incolmabile, tuttavia la richiesta nei confronti del proprio partner diventa sempre più pressante. I sentimenti di


gelosia

diventano più frequenti e al diniego dell'altro reagiscono con


rabbia

. In un crescendo che può tradursi, come abbiamo avuto modo di vedere, nella forma più brutale della violenza.




Ricordiamoci però che


l'escalation della violenza

non è immediata. Possono essere necessari diversi mesi, talvolta anni, affinché certi comportamenti "strani" o reazioni "esagerate" si tramutino in violenza fisica. Ecco la ragione per la quale è importante imparare a individuare le anomalie in una fase precoce della relazione.



Se riconosci che il comportamento del tuo partner limita la tua libertà o ti condiziona in un modo che ti fa sentire “in trappola”, non è mai presto per chiedere aiuto alle persone che ti stanno accanto o ad un professionista.


Se, viceversa, ti sei reso conto che talvolta hai fatto o semplicemente, hai sentito molto forte e intenso il bisogno di controllare il tuo partner, chiedi immediatamente aiuto. Puoi riflettere sul significato dei tuoi comportamenti e dei tuoi sentimenti di gelosia prima che la rabbia abbia il sopravvento su di te. Ma ancora di più, puoi imparare a capire che questo non è amore.


Chiarire i propri sentimenti, rappresenta il primo passo per cercare un contatto più profondo con se stessi e progredire verso una direzione di crescita positiva e maturazione. Domande come: Cosa mi aspetto dall’altro? Cosa significa per me “amare” o “sentirmi amato”? Cosa mi aspetto che l’altro faccia o come mi aspetto che l’altro si debba comportare nei mie confronti? promuovono opportune riflessioni su come ci sentiamo davvero all’interno di una relazione.


Se ti sei accorto che rispondere in modo sincero a queste domande può essere difficile, parlane con un professionista. La prevenzione e il cambiamento culturale dipendono anche dal tuo atteggiamento e dalla tua disponibilità a lasciarti aiutare.



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